- S. Antonio Abate (17 Gennaio)
Il 17 gennaio è la festa di S. Antonio abate , un eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati. Una festa molto sentita qui ad Onano, infatti questo santo è considerato il protettore degli animali domestici, elementi indispensabili nella vita in campagna di una volta. Quando ancora non esistevano i trattori e i mezzi meccanici per lavorare la terra qui si usavano i buoi e per fare rifornimento di acqua alle fonti gli asini. Gli animali domestici, come polli, maiali e conigli erano anche una delle principali fonte di cibo.
Questa tradizione si è mantenuta viva nel tempo nei vari paesi della Maremma, ma a mio parere la più bella, la più suggestiva e più coinvolgente è proprio la nostra.
La festa ha un proprio comitato, che si rinnova annualmente, che si chiama "i festaroli di S. Antonio" che pensa all'organizzazione della festa.
Ecco il programma dettagliato di tutti gli eventi della giornata, si inizia alle 24:00 del 17 Gennaio con l’accensione di un grande fuoco nella piazza principale del paese; poi la mattina esce la banda che suona per le strade mentre le persone mangiano e bevono gratis di tutto e di più (fagioli con le cotiche, polenta "accrociata" , ossia sulla graticola, salsicce , mazzafetiche , pecora al bujone , ventresca , ecc.) .Alle 10.30 c’è la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli (dato che ormai i buoi per arare i campi non si usano più).
Poi ecco i giochi , tipici e tradizionali anch'essi; si parte con la "cursa dell'ovo" , "la cursa 'e sacco", "la cursa della pastasciutta" , "e gioco de la moneta ne la pentola fuligginosa";" e pignatto" e il tiro alla fune.
Alle 15:00 circa escono i carri allegorici, perchè per noi Onanesi il carnevale inizia proprio i 17 Gennaio, quindi tutti in maschera dai bimbi ai grandi.
La sera ci stanno i fuochi d'artificio e la festa finisce in bellezza.
Questa tradizione si è mantenuta viva nel tempo nei vari paesi della Maremma, ma a mio parere la più bella, la più suggestiva e più coinvolgente è proprio la nostra.
La festa ha un proprio comitato, che si rinnova annualmente, che si chiama "i festaroli di S. Antonio" che pensa all'organizzazione della festa.
Ecco il programma dettagliato di tutti gli eventi della giornata, si inizia alle 24:00 del 17 Gennaio con l’accensione di un grande fuoco nella piazza principale del paese; poi la mattina esce la banda che suona per le strade mentre le persone mangiano e bevono gratis di tutto e di più (fagioli con le cotiche, polenta "accrociata" , ossia sulla graticola, salsicce , mazzafetiche , pecora al bujone , ventresca , ecc.) .Alle 10.30 c’è la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli (dato che ormai i buoi per arare i campi non si usano più).
Poi ecco i giochi , tipici e tradizionali anch'essi; si parte con la "cursa dell'ovo" , "la cursa 'e sacco", "la cursa della pastasciutta" , "e gioco de la moneta ne la pentola fuligginosa";" e pignatto" e il tiro alla fune.
Alle 15:00 circa escono i carri allegorici, perchè per noi Onanesi il carnevale inizia proprio i 17 Gennaio, quindi tutti in maschera dai bimbi ai grandi.
La sera ci stanno i fuochi d'artificio e la festa finisce in bellezza.
- Il Corpus Domini
Anche a Onano la festa del Corpus Domini si colora di fiori con le infiorate lungo il paese. Dalla mattina presto si inizia a disegnare e riempire le figure con fiori, o più in generale con segatura, riso o sale colorato, ma anche farina , caffè, e spezie varie.
La processione esce appena finita la messa delle 11:00 e il percorso è più lungo rispetto al solito "giro de la processione" ; inizia da piazza Pio XII, passa per via Nazionale, passa anche per Via G Marconi , detta "del Pianello", poi per via di S.Giovanni ( il "pincio" ) per ritornare poi in Piazza Pio XII . Durante il tragitto sono posizionate delle soste per la benedizione con il SS. Sacramento (esattamente nell'ordine, in Via Roma , via G. Marconi ed infine in Piazza Pio XII ). Il baldacchino è portato ,come tradizione vuole,dalla confraternita del SS. Sacramento, vestita con la tunica bianca e mantella rossa. (vedi foto).
La processione esce appena finita la messa delle 11:00 e il percorso è più lungo rispetto al solito "giro de la processione" ; inizia da piazza Pio XII, passa per via Nazionale, passa anche per Via G Marconi , detta "del Pianello", poi per via di S.Giovanni ( il "pincio" ) per ritornare poi in Piazza Pio XII . Durante il tragitto sono posizionate delle soste per la benedizione con il SS. Sacramento (esattamente nell'ordine, in Via Roma , via G. Marconi ed infine in Piazza Pio XII ). Il baldacchino è portato ,come tradizione vuole,dalla confraternita del SS. Sacramento, vestita con la tunica bianca e mantella rossa. (vedi foto).
- La festa Congiunta dei SS. Patroni Trifone e Colomba
(il sabato prima del 15 Agosto)
Anche la festa dei SS patroni Trifone e Colomba è molto sentita , come ci si aspetta, qui in paese: tutto comincia con la solenne processione la sera del sabato alle 21:00 con le urne contenenti le statue dei santi portate a spalla dai portatori di S Trifone (il Santo) e dalla confraternita di S. Giovanni Battista (detta anche della "buona morte" per via del gagliardetto con il teschio e le ossa incrociate che hanno sulla tunica nera compresa di cappuccio penitenziale, usato un tempo per le processioni del venerdì santo e per accompagnare i morti del paese al cimitero) che porta invece S Colomba. Il giorno seguente , ci sono le messe dedicate ai due santi e la tradizionale fiera per le vie del paese. Una curiosità riguarda la statua di S. Colomba: il vestito che indossa è un costume di scena che le è stato donato da una donna illustre , nativa di Onano, ovvero Lina Cavalieri, cantante lirica definita la "donna più bella del mondo" a quell'epoca (lei è nata nel 1874 ed è morta nel 1944 a causa di un bombardamento aereo mentre si trovava a Firenze).
La storia di S. Trifone martire
San Trifone nacque a Campsade, borgata sull'Ellesponto vicino a Nicea nella Frigia, nell'anno 232 dopo Cristo. Nella stessa regione, nella vicina Licia, nacque San Nicola, diventato poi Patrono di Bari. Stando a quanto si legge nel Martirologio Romano, fin da bambino si consacrò con diligenza allo studio della Sacra Scrittura e alla conoscenza del Vangelo. Gli si attribuiscono molti miracoli.
Nell'anno 250, sotto l'imperatore Decio, fu bandita una delle più crudeli ed atroci persecuzioni contro i cristiani. Trifone, conosciuto per la sua fede indomita, venne fatto arrestare dal Prefetto Aquilino. Il diciottenne Trifone fu condotto a Nicea in Bitinia ed ivi, dopo tremende torture, subì il martirio per decapitazione. Per volontà del Santo le sue reliquie furono trasportate a Campsade ed ivi custodite fino all'inizio del secolo decimo, quando una nave veneziana le trafugò.
Una tempesta portò la nave sulle rive di Cattaro, oggi in Croazia. A Cattaro ben presto S. Trifone si fece conoscere ed amare per i suoi miracoli e ne divenne il Patrono e protettore in particolare dei marinai. Il popolo di Cattaro fece erigere una cattedrale verso il 950, dove sono tuttora conservate le reliquie del Santo.
Si dice che sia stato un marinaio di Montrone, il quale verso il 1150 aveva toccato le rive di Cattaro, a portare la devozione del Santo nel suo paese. Il signor Giovanni Scavo, membro del Comitato delle Feste Patronali di San Trifone, mi ha però informato via mail che il succitato episodio del Marinaio potrebbe essere apocrifo, visto che già prima di quella data tutte le ossa, fatta eccezione del teschio, erano state traslate a Roma. E' più probabile che la reliquia sia giunta ad Adelfia da Ravello (Sa) o da Bisceglie (Ba). Che il culto di San Trifone a Montrone si faccia risalire alla fondazione dello stesso paese (992) è molto probabile, vista l'origine greca di Roni Sansec. Lasciamo la parola al Sig. Scavo, che ringrazio per le notizie fornitemi:
« L'attuale statua, in legno, fu scolpita il 1783 dallo scultore andriese Brudaglio. Nello stesso periodo il pittore Domenico Carella dipinse una tela di m 2 x 1,50, trafugata negli anni '90, raffigurante S.Trifone e S.Rocco, con gli appestati.E' difatti un ex voto per il superamento della peste del 1770.
Dal 1913 la festa esterna di San Trifone è diventata sempre più grandiosa. In un diario privato si legge: « La festa di San Trifone di questo anno [ 1913 ] è stata grandiosa, non se ne ricorda una simile ». La fine della prima guerra mondiale, dichiarata il 4 novembre 1918, accrebbe il fervore del popolo nel festeggiare il Santo. Da quegli anni ad oggi,a giusta ragione,tale manifestazione è diventata la Regina delle Feste,e per 3 giorni, il 9, 10, 11 novembre di ogni anno, Adelfia (nata dalla fusione dei due rioni Montrone e Canneto), diventa la capitale mondiale dei fuochi artificiali, di concerti musicali e luminarie. »
Ed ecco quanto ha aggiunto un altro amico, sempre di nome Trifone:
« Nel 1656, mentre una terribile peste affliggeva gran parte del territorio italiano, il duca di Onano (Viterbo) Enrico Sforza pensò di fornirsi delle reliquie di S.Trifone affinché la popolazione del suo feudo non fosse contagiata dall'epidemia. Il duca avvalendosi dell'appoggio del fratello, il cardinale Federico Sforza, ottenne l'autorizzazione di Papa Alessandro VII (1655-1667) per traslare parte delle reliquie dalla Chiesa romana di S.Spirito in Sassia a Onano, e non mancarono difficoltà frapposte dal Primicerio di S.Spirito e dagli altri canonici di quella Chiesa.
Le reliquie del Martire giunsero in paese nel luglio del 1656 e qualche anno dopo, precisamente nel 1659, il curato don Sebastiano Bartolini scrisse una supplica al Vescovo di Sovana (Grosseto), Mons. Pier Maria Bichi, allo scopo di ottenere la concessione di trasferire una porzione delle reliquie all'interno del busto di legno di cipresso dorato e argentato raffigurante il Martire, fatto scolpire dal nobile spoletino Francesco Costa.
Altra parte delle reliquie è invece tutt'ora conservata sotto l'altare di S. Maria dell'immacolata Concezione sempre a Onano.
Le reliquie rimaste nella chiesa romana di S.Spirito in Sassia furono traslate a Cerignola (Foggia) nel maggio del 1917 su concessione di Papa Benedetto XV (1914-1922), in seguito alla domanda di Mons. Giovanni Sodo (1862-1930), Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola. In una lettera del 31 gennaio 1917, il Segretario di Stato Card. Pietro Gasparri (1852-1934) scrisse a mons. Sodo: "Ben volentieri ho aderito al desiderio della S.V. e sono lieto di significarle che Sua Santità si è compiaciuta che una speciale assistenza celeste abbia a Lei spianata la via per dare al popolo di Cerignola il bramato tesoro e Le accorda l'implorata autorizzazione di effettuare quando le sembrerà opportuno il trasloco del Corpo di S. Trifone Martire da Roma a Cerignola".
Cerignola ha S.Trifone come protettore assieme alla Madonna di Ripalta e S.Pietro. Mons. Sodo ebbe molto a cuore S.Trifone: non solo si prodigò per ottenere le reliquie, ma fece realizzare una statua e ripristinò i festeggiamenti in suo onore.
Il cranio di S. Trifone è tuttora custodito nella Cattedrale di Cattaro, mentre tutte le restanti reliquie furono poste solennemente sotto l'altare maggiore del Duomo Tonti di Cerignola da Mons. Sodo il 3 febbraio del 1918.
La storia di S. Colomba vergine e martire.
Santa Colomba di Sens, è stata una delle martiri più celebri di tutto il Medioevo e il suo culto ebbe una larga diffusione. Ciò nonostante, le notizie storiche che la riguardano, sono circondate dalla leggenda; la stessa 'Passio' è piena di luoghi comini, tipici della agiografia aurea dei primi martiri.
Colomba è presentata come appartenente a nobile ma pagana famiglia di Spagna e vissuta nel III secolo; per sottrarsi al culto degli dei, lasciò la famiglia e si recò in Gallia prima a Vienne dove ricevé il Battesimo, poi a Sens. Sembra che il suo vero nome fosse Eporita e che sarebbe stata poi chiamata Colomba per la sua innocenza.
A Sens, fu arrestata come cristiana a causa della persecuzione in atto in tutto l'Impero Romano; trovandosi in città l'imperatore Aureliano Lucio Domizio (270-275), fu condotta davanti a lui, che nel tentativo di farla rinunziare alla verginità cristiana, sarebbe giunto a proporle il matrimonio con suo figlio.
Ma poi irritato per il suo rifiuto, la condannò ad essere chiusa nell'anfiteatro in una 'cella meretricia'; ma quando si presentò un giovinastro per abusare di lei, un'orsa dell'anfiteatro intervenne a proteggerla, mettendo in fuga l'uomo.
Visto che nessuno dei soldati volle più intervenire, Aureliano infuriato, ordinò che sia la vergine, sia l'orsa fossero bruciate; ma una nube proveniente dall'Africa, procurò una provvidenziale pioggia, che spense il fuoco già preparato; mentre l'orsa scappò via nei campi. L'imperatore ostinato, allora condannò Colomba alla decapitazione, dopo un ultimo tentativo di farle cambiare fede.
La giovane, appena sedicenne, subì il martirio non lontano da Sens e fu sepolta da un tale, che invocandola aveva recuperata la vista; ciò avvenne nella seconda metà del III secolo, negli anni fra il 270 e il 275, facendo riferimento all'imperatore Aureliano, trovatosi a Sens per le sue guerre in Gallia.
Veneratissima nella Francia dell'epoca, il re Lotario III nel 620 fondò sul sepolcro della santa, la celebre abbazia reale di Sainte-Colombe-les-Sens. Nel 623 il vescovo di Sens, s. Lupo († 623) volle essere sepolto ai piedi della martire; nell'853 il vescovo Wessilone nel consacrare la nuova chiesa, trovò unite le reliquie dei due santi e le fece avvolgere in un prezioso sudario in tessuto orientale, i cui pezzi ritrovati nel XIX secolo, sono conservati nel tesoro della cattedrale.
La chiesa dell'abbazia fu costruita una terza volta e consacrata nel 1164 da papa Alessandro III, poi distrutta nel 1792 al tempo della Rivoluzione Francese.
I resti del complesso dell'abbazia e della chiesa, furono acquistati nel 1842, dalle religiose della Santa Infanzia di Gesù e Maria, che vi edificarono la loro Casa Madre, salvaguardando i resti dell'antica cripta; le reliquie di s. Colomba erano comunque già stata trasferite sin dal 1803 nella cattedrale di Sens.
Numerose sono le chiese dedicate alla santa martire, in Francia, Spagna, Fiandre, Germania e in Italia, dove il culto si diffuse particolarmente a Rimini. Secondo i racconti tradizionali locali, alcuni mercanti che navigavano nell'Adriatico, avevano con sé una reliquia del capo di santa Colomba, ma furono costretti ad approdare a Rimini, dove la reliquia fu accolta dal vescovo Stennio e posta nella cattedrale.
Nel 1581 mons. Castelli vescovo di Rimini, essendo nunzio apostolico in Francia, ottenne dai monaci dell'abbazia di Sens, le reliquie di una costola e due denti della martire, che dal secolo XVIII sono conservate in un busto reliquiario ora posto nel Tempio Malatestiano, la nuova cattedrale, che sostituì l'altra demolita nel 1815 dedicata alla SS. Trinità e a S. Colomba.
Si è parlato di una traslazione del corpo di Colomba a Bari nel sec. XVII, ma senza alcun serio fondamento.
A partire dal Martirologio Geronimiano, fino a quello Romano, la festa di s. Colomba è riportata al 31 dicembre. La popolarità del culto in Francia, andò poi lentamente scemando e fallì nel secolo XIV il tentativo di riportarlo in larga diffusione. A Sens, a causa di una festa locale, concomitante con l'ultimo dell'anno, la celebrazione fu spostata al 27 luglio più altre ricorrenze, come la traslazione delle reliquie e la dedicazione della sua chiesa.
Alcune reliquie della santa sono conservate anche ad Onano, dove è compatrona con S. Trifone, e sono conservate in un busto di legno di cipresso dorato custodito insieme a quello dell'altro patrono nella chiesa di S Croce.
Santa Colomba è invocata per ottenere la pioggia e i suoi attributi iconografici sono un'orsa incatenata ed una penna di pavone al posto della palma dei martiri.
Colomba è presentata come appartenente a nobile ma pagana famiglia di Spagna e vissuta nel III secolo; per sottrarsi al culto degli dei, lasciò la famiglia e si recò in Gallia prima a Vienne dove ricevé il Battesimo, poi a Sens. Sembra che il suo vero nome fosse Eporita e che sarebbe stata poi chiamata Colomba per la sua innocenza.
A Sens, fu arrestata come cristiana a causa della persecuzione in atto in tutto l'Impero Romano; trovandosi in città l'imperatore Aureliano Lucio Domizio (270-275), fu condotta davanti a lui, che nel tentativo di farla rinunziare alla verginità cristiana, sarebbe giunto a proporle il matrimonio con suo figlio.
Ma poi irritato per il suo rifiuto, la condannò ad essere chiusa nell'anfiteatro in una 'cella meretricia'; ma quando si presentò un giovinastro per abusare di lei, un'orsa dell'anfiteatro intervenne a proteggerla, mettendo in fuga l'uomo.
Visto che nessuno dei soldati volle più intervenire, Aureliano infuriato, ordinò che sia la vergine, sia l'orsa fossero bruciate; ma una nube proveniente dall'Africa, procurò una provvidenziale pioggia, che spense il fuoco già preparato; mentre l'orsa scappò via nei campi. L'imperatore ostinato, allora condannò Colomba alla decapitazione, dopo un ultimo tentativo di farle cambiare fede.
La giovane, appena sedicenne, subì il martirio non lontano da Sens e fu sepolta da un tale, che invocandola aveva recuperata la vista; ciò avvenne nella seconda metà del III secolo, negli anni fra il 270 e il 275, facendo riferimento all'imperatore Aureliano, trovatosi a Sens per le sue guerre in Gallia.
Veneratissima nella Francia dell'epoca, il re Lotario III nel 620 fondò sul sepolcro della santa, la celebre abbazia reale di Sainte-Colombe-les-Sens. Nel 623 il vescovo di Sens, s. Lupo († 623) volle essere sepolto ai piedi della martire; nell'853 il vescovo Wessilone nel consacrare la nuova chiesa, trovò unite le reliquie dei due santi e le fece avvolgere in un prezioso sudario in tessuto orientale, i cui pezzi ritrovati nel XIX secolo, sono conservati nel tesoro della cattedrale.
La chiesa dell'abbazia fu costruita una terza volta e consacrata nel 1164 da papa Alessandro III, poi distrutta nel 1792 al tempo della Rivoluzione Francese.
I resti del complesso dell'abbazia e della chiesa, furono acquistati nel 1842, dalle religiose della Santa Infanzia di Gesù e Maria, che vi edificarono la loro Casa Madre, salvaguardando i resti dell'antica cripta; le reliquie di s. Colomba erano comunque già stata trasferite sin dal 1803 nella cattedrale di Sens.
Numerose sono le chiese dedicate alla santa martire, in Francia, Spagna, Fiandre, Germania e in Italia, dove il culto si diffuse particolarmente a Rimini. Secondo i racconti tradizionali locali, alcuni mercanti che navigavano nell'Adriatico, avevano con sé una reliquia del capo di santa Colomba, ma furono costretti ad approdare a Rimini, dove la reliquia fu accolta dal vescovo Stennio e posta nella cattedrale.
Nel 1581 mons. Castelli vescovo di Rimini, essendo nunzio apostolico in Francia, ottenne dai monaci dell'abbazia di Sens, le reliquie di una costola e due denti della martire, che dal secolo XVIII sono conservate in un busto reliquiario ora posto nel Tempio Malatestiano, la nuova cattedrale, che sostituì l'altra demolita nel 1815 dedicata alla SS. Trinità e a S. Colomba.
Si è parlato di una traslazione del corpo di Colomba a Bari nel sec. XVII, ma senza alcun serio fondamento.
A partire dal Martirologio Geronimiano, fino a quello Romano, la festa di s. Colomba è riportata al 31 dicembre. La popolarità del culto in Francia, andò poi lentamente scemando e fallì nel secolo XIV il tentativo di riportarlo in larga diffusione. A Sens, a causa di una festa locale, concomitante con l'ultimo dell'anno, la celebrazione fu spostata al 27 luglio più altre ricorrenze, come la traslazione delle reliquie e la dedicazione della sua chiesa.
Alcune reliquie della santa sono conservate anche ad Onano, dove è compatrona con S. Trifone, e sono conservate in un busto di legno di cipresso dorato custodito insieme a quello dell'altro patrono nella chiesa di S Croce.
Santa Colomba è invocata per ottenere la pioggia e i suoi attributi iconografici sono un'orsa incatenata ed una penna di pavone al posto della palma dei martiri.
- La festa di Maria SS. Assunta (14 Agosto)
Il 14 Agosto ad Onano alle ore 19:00, per le vie del paese si snoda una processione con le Confraternite, la congregazione delle donne dell'Addolorata,la banda comunale. Il corteo è aperto da bambini che recano i tradizionali dolci devozionali a forma di cavalluccio per i maschietti e di pupa (bambola) per le femminucce. Festa di ringraziamento del raccolto e di rito di passaggio per i bambini è la più antica e più tradizionale manifestazione religiosa della comunità onanese che nella sua devozione alla Madonna Assunta conferma la vocazione agricola del centro.
- SS. Maria Addolorata ( a Settembre )
A Settembre altre due feste animano il paese di Onano: una è S. Nicola da Tolentino ( il 10 settembre) e l'altra è la festa della
Madonna SS. Addolorata.
Le sorelle della Congregazione delle donne dell'Addolorata, l'unica confraternita femminile del paese, che conta più di 200 persone iscritte, ogni anno nella prima decina del mese, organizzano una festa che inizia con la Solenne processione con la statua di Maria portata dalle donne stesse per le vie del paese. Poi il pomeriggio c'è la merenda con biscotti dolci con uvetta e salati con l'anice (tipici da noi ) e c'è anche la banda comunale che suona. La sera invece ,ad anni alterni , ovvero quando non spetta alla confraternita di S. Nicola il 10 , ci sono i fuochi d'artificio, degna conclusione della festa a ringraziamento di Maria SS.
Dalle foto possiamo vedere la "divisa" della congregazione: giacca azzurra, gonna nera (i colori della vergine addolorata appunto) e uno scialle, che una volta tenevano in testa, di pizzo anch'esso nero.
Madonna SS. Addolorata.
Le sorelle della Congregazione delle donne dell'Addolorata, l'unica confraternita femminile del paese, che conta più di 200 persone iscritte, ogni anno nella prima decina del mese, organizzano una festa che inizia con la Solenne processione con la statua di Maria portata dalle donne stesse per le vie del paese. Poi il pomeriggio c'è la merenda con biscotti dolci con uvetta e salati con l'anice (tipici da noi ) e c'è anche la banda comunale che suona. La sera invece ,ad anni alterni , ovvero quando non spetta alla confraternita di S. Nicola il 10 , ci sono i fuochi d'artificio, degna conclusione della festa a ringraziamento di Maria SS.
Dalle foto possiamo vedere la "divisa" della congregazione: giacca azzurra, gonna nera (i colori della vergine addolorata appunto) e uno scialle, che una volta tenevano in testa, di pizzo anch'esso nero.
- S. Nicola da Tolentino (10 Settembre).
Altra festa religiosa molto sentita nel nostro paese è quella di S. Nicola da Tolentino, festeggiata esattamente nel giorno in cui accade la ricorrenza, ovvero il 10 settembre, e la data non può essere ne posticipata ne anticipata: infatti nella storia di Onano la festa di S. Nicola è stata rimandata una volta soltanto e quell'anno per il paese non fu ne propizio ne redditizio. Da quel momento la processione esce anche se quel giorno piove! La confraternita omonima (vestita con tunica bianca e mantellina azzurra, come in foto) si occupa dell'organizzazione di tutta la festa. Il pomeriggio c'è sempre la merenda come per l'Addolorata, sempre con la banda comunale e la sera, ad anni alterni, i fuochi d'artificio. Tipico di questa festa è un simbolo taumaturgico ormai per chiunque lo mangi: il panino di S Nicola, ovvero
un pezzo di pane dalla forma quadrata con una fossetta al centro (come lo ha lui nell'iconografia tradizionale) fatto con pochissimo lievito (visto il suo utilizzo, dal momento che una parte si mangia inzuppandolo in un po d'acqua e recitando la preghiera che si trova dietro il santino, tutti insieme , e l'altra invece la si conserva dentro la credenza per benedire la casa).
Altra curiosità legata al Santo è questa: le mani della statua essendo removibili, erano consegnate nei momenti in cui era necessario, e sotto devozionale richiesta, alle persone molto malate del paese, con l'auspicio di una grazia da S. Nicola stesso.
S. Nicola, come anche S. Antonio Abate possono essere considerati , vista la sentita devozione, pur non essendolo ufficialmente, come patroni di Onano insieme a S. Trifone e S. Colomba.
un pezzo di pane dalla forma quadrata con una fossetta al centro (come lo ha lui nell'iconografia tradizionale) fatto con pochissimo lievito (visto il suo utilizzo, dal momento che una parte si mangia inzuppandolo in un po d'acqua e recitando la preghiera che si trova dietro il santino, tutti insieme , e l'altra invece la si conserva dentro la credenza per benedire la casa).
Altra curiosità legata al Santo è questa: le mani della statua essendo removibili, erano consegnate nei momenti in cui era necessario, e sotto devozionale richiesta, alle persone molto malate del paese, con l'auspicio di una grazia da S. Nicola stesso.
S. Nicola, come anche S. Antonio Abate possono essere considerati , vista la sentita devozione, pur non essendolo ufficialmente, come patroni di Onano insieme a S. Trifone e S. Colomba.
- Festa di S. Trifone Martire - 10 Novembre
Dal 2015 abbiamo ripreso il culto di S Trifone martire nel giorno in cui accade la sua Festa, ovvero il 10 Novembre ( dal Martirologio Romano). La festa è del tutto Religiosa , quindi dopo un triduo in preparazione alla festa, si celebra la S. Messa solenne e al termine viene portato in processione il busto ligneo del Santo in processione per le vie del paese.
Il busto è stato restaurato da poco e con esso anche la nicchia da processione che lo ospita.
Il busto è stato restaurato da poco e con esso anche la nicchia da processione che lo ospita.
-Festa di S. Colomba Vergine e Martire - 26 Maggio
Come per S. Trifone, anche per S. Colomba, altra nostra Compatrona, abbiamo deciso di riprenderne il culto nel 2016, nel giorno in cui accade la festa. Quest'anno abbiamo preparato una S. Messa itinerante per le vie del paese con il busto ligneo e la nicchia, restaurate anche loro quest'anno. Anche qui la festa ha carattere puramente religioso.
- Festa della Madonna del Buon Consiglio - 26 Aprile
Il 26 Aprile 2016 abbiamo ripreso anche il culto, in maniera più solenne, della Madonna del Buon Consiglio, immagine molto cara agli onanesi. Il quadro originale è conservato nella cappella centrale laterale in chiesa di S. Croce, benedetto dal Santo Padre Papa Francesco il 16 Dicembre 2015 , durante l'Udienza del Mercoledì. Il giorno della Festa abbiamo celebrato la S. Messa nella Chiesa Parrocchiale, durante la quale abbiamo benedetto la copia del quadro che poi abbiamo portato in processione per le vie del paese e che ha girato nel mese di Maggio i vari rioni per i Rosari e le messe in Loco la sera alle 21:00. .